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Interviste: Scopriamo di più
pubblicato in: "Interviste" il 04/03/2025

Edoardo Volpi Kellerman: l'ambientazione

L'ambientazione nella fantascienza permette di immaginare futuri possibili, presenti desiderabili e anche passati alternativi. Se hai preferenze, quali momenti nel tempo ti hanno ispirato di più e per quale motivo?

Futuri possibili, in quanto sono un inguaribile ottimista, non ritengo che ci estingueremo tanto facilmente e mi piace pensare che la scienza e la cultura ci aiuteranno entrambe a crescere come specie, anche sul piano etico. Non sono utopista, ma ho speranza e credo che la fantascienza, come la fiaba nell’accezione tolkieniana, possa dare speranza senza diventare banale.


Esistono dei luoghi che trovi maggiormente indicati per il tuo concetto di fantascienza? E nel tempo le tue preferenze per i luoghi sono sempre rimaste uguali o sono evolute?

Beh lo spazio è fantascienza, a 9 anni vidi 2001 e ne rimasi folgorato. Tuttavia, la fantascienza mi piace vederla anche nella vita quotidiana (e ce n’è parecchia, anche se molti non la colgono). Quindi sono passato da una fantascienza americana e hollywoodiana a una fantascienza locale, guardo la mia Livorno e la immagino fra 50 anni.


Come concepisci la struttura sociale nei mondi che inventi: più improntata all'uguaglianza o maggiormente in stile oppressi-oppressori? Cosa ti affascina in questa o queste strutture sociali e da cosa pensi che le scelte siano influenzate, nel tuo caso?

Cerco di creare un "mondo secondario” complesso, dove più che la dicotomia uguaglianza / oppressione mi interessa il rapporto fra semplificazione e complessità, perché alla fine la vera inclusione è comprensione della complessità. Ovviamente ci sarà sempre qualcuno poco intelligente che sentirà il bisogno di controllare e dominare gli altri.

Mi affascinano le strutture collaborative, il riuscire a mettere insieme tante menti diverse, come al CERN.

Tutto ciò è influenzato per i mio smisurato amore per scienza e ricerca, oltre che per l’arte in generale.

 

Parlando di forme di governo, quali hai trovato più interessanti e hai voluto esplorare nelle tue opere? Hai tratto ispirazione da qualcosa di reale o hai inventato di sana pianta?

Mi intriga il concetto di federazione, perché ricorda molto il modo di funzionare degli organismi. Il nucleo centrale ha un controllo importante sul resto, ma allo stesso tempo i nuclei periferici hanno un importante percentuale di autonomia, e questo se ben organizzato crea un equilibrio metastabile. Ritengo che sia l’unico sistema possibile in una civiltà evoluta.


Quali popolazioni compaiono nelle tue opere? Quale specifico ruolo hanno nei mondi che crei? Ti va di fare un paio di esempi?

Parto dalla mia esperienza di vita: se i livornesi sono considerabili una “popolazione”, è quella che conosco meglio, quindi ho creato un ambiente dove si muovessero anche altri individui di realtà molto distanti, ma sempre impregnati in qualche modo di questa “livornesità” di cui sentono più o meno l’influenza. Poi come tutti tendo a idealizzare e schematizzare, ma mi sono sforzato di farlo il meno possibile.


Quale emozione pervade i mondi che crei? Preferisci un mondo di speranza, un mondo di oppressione, uno dove la giustizia va guadagnata, uno dove le novità sono entusiasmanti o dove invece tutto è già stato provato e prevale una pacata rassegnazione?

Il mondo di speranza, ovviamente, ma una speranza che implica un sacrificio, quindi sì, la giustizia va guadagnata e le prove sono spesso dure per i miei personaggi. Ma è questo che può rendere un personaggio interessante profondo, metterlo nelle situazioni più estreme e vedere come se la cava. Dopotutto noi autori siamo un po’ sadici, sotto sotto.


Cosa ti ha fatto prendere quella decisione?

Cerco sempre di scrivere quello che mi piacerebbe leggere.


Ultima domanda: se vuoi, segnala uno o due titoli tuoi che riflettono l'ambientazione che ritieni più riuscita.

Il lavoro da oltre trent’anni a un unica storia, come spiego spero abbastanza chiaramente qui: https://eucear.eu

Una storia multisfaccettata, multitrama, che avrà seguito in una saga molto estesa e variegata, se va tutto secondo i piani.

Edoardo Volpi Kellerman
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